Fondo Culto

con il contributo dell'Istituto di Studi Politici «San Pio V»

Grazie al finanziamento di una ricerca relativa alle carte del barone Carlo Monti (Direttore generale del Fondo per il Culto dal 1908 al 1923), l’Archivio ha potuto intraprendere anche l’inventariazione dell’intero fondo.

Il barone Carlo Monti (1851-1924) studia al Collegio nazionale e poi all’Università Statale di Genova insieme a Giacomo Della Chiesa, futuro papa Benedetto XV. Il Monti viene assunto nel 1882 al Fondo per il Culto, istituto creato con la legge per la soppressione delle corporazioni religiose e dipendente dal Ministero di Grazia e Giustizia e Culti dello Stato Italiano. Nel 1908 ne diviene il Direttore Generale. Quando nel 1914 Giacomo Della Chiesa viene eletto papa con il nome di Benedetto XV, sceglie il suo vecchio compagno di scuola come suo «tramite confidenziale» per i rapporti con lo Stato Italiano in epoca preconcordataria. Il funzionario dello Stato si reca un paio di volte al mese a rendere visita al pontefice ed al suo Segretario di Stato (il cardinale Pietro Gasparri), conversando su tutti i temi di mutuo interesse. Nei sette anni di pontificato il Monti viene ricevuto in udienza dal papa per ben 175 volte.

Nel novembre del 1924, per interessamento del Padre gesuita Pietro Tacchi Venturi, la Santa Sede acquistava per sessantamila lire dalla vedova, la baronessa Maria Lucchesi, il Diario e l’Archivio del defunto barone Carlo Monti.

Il Diario del barone si compone di tre grossi incartamenti, oggi conservati nell’Archivio Storico della Seconda Sezione della Segreteria di Stato (già degli Affari Ecclesiastici Straordinari).

L’Archivio risulta costituito da 985 posizioni divise in quattro serie: «SS» (Santa Sede); «E» (Esteri); «C.P. Ris» (Carteggio Particolare Riservato); e «C.P.» (Carteggio Particolare) per gli anni 1910-1924. La prima serie conserva la corrispondenza intercorsa tra il barone e la Segreteria di Stato; la seconda serie contiene la corrispondenza con il Ministero degli Esteri; la terza e la quarta serie comprendono la corrispondenza con privati. A queste posizioni si affiancano quattro buste divise per ordine di protocollo per gli ultimi anni del Monti (1922-1924). Alle posizioni vanno aggiunti i tre registri giornalieri della «corrispondenza riservata all’Illustrissimo Signor Direttore Generale e riguardante i rapporti tra il Regio Governo e la Santa Sede durante la Guerra»; i sedici registri relativi ai dispersi della Prima guerra mondiale dal giugno 1914 al novembre 1918; i due registri sulla Missione Vaticana di soccorso a Mosca per gli anni 1922-1923; i registri delle presenze nell’Ufficio; gli oltre venti fascicoli con le liste dei prigionieri compilati dalle Suore di diversi Ordini religiosi in Roma.

ASV, Fondo Culto 164
Registro degli Orfanotrofi sostenuti dalla Missione Vaticana di Soccorso a Mosca


ASV, Fondo Culto, Santa Sede, posizione 20
Sugli appelli per la pace di Benedetto XV alle Nazioni belligeranti della Prima Guerra Mondiale


Le carte dell’«Archivio Monti» ricoprono un vasto interesse per quelli che furono i rapporti «ufficiosi» tra Santa Sede e Governo italiano prima della Conciliazione. Lo stretto legame che univa il Monti ad Orlando da una parte, ed il suo ruolo di amico e confidente del papa Benedetto XV dall’altro, fanno di lui una fonte più che privilegiata delle opposte sponde del Tevere. Il ruolo neutrale rivestito dal pontefice durante la Prima guerra mondiale, il suo impegno per la pace, il lavorìo incessante per i prigionieri di guerra, nonostante e contro gli interessi dello Stato Maggiore italiano, le informazioni dei belligeranti di entrambe le parti in lotta, sono tutti aspetti della vicenda della Grande Guerra che appaiono di prima mano, nella loro drammatica contemporaneità, nella grandezza delle persone coinvolte, dalla lettura delle carte del fondo. Alla Guerra si affianca il problema della Questione Romana, con i prodromi della sua risoluzione. Ma anche dopo la morte di Benedetto XV l’archivio riveste una importanza non indifferente: pensiamo ai registri sulla missione Vaticana di soccorso nella Russia colpita dalla carestia.