Baldassare Ansidei (31.I.1612-5.XII.1614, con Michele Lonigo)

Tratto dal Dizionario Biografico degli Italiani, 3, pp. 419-420 edito dall’Istituto della Enciclopedia Italiana.

Nacque a Perugia il 25 sett. 1555 (secondo il suo epitafio) da Alessandro, appartenente all’illustre casato degli Ansidei di Catrano.

Studiò oratoria ed eloquenza col retore Orazio Cardaneti, rettore dello Studio di Perugia, e venne a Roma verso il 1577, forse col suo amico Marco Antonio Bonciari, protetto dal cardinale Della Cornia, per studiare greco col famoso Marco Antonio Muret, professore all’ateneo romano. Ritornato a Perugia verso il 1578, studiò filosofia col bolognese Lodovico Cartari. Alla morte del Cardaneti nel 1588, ereditò l’usufrutto di tutti i suoi beni e gli succedette nell’insegnamento di oratoria. Nel 1602 passò allo studio di Pisa, dove insegnò lettere greche e latine. Nel 1605, favorito dal cardinale Orazio Acquaviva senior, che aveva studiato in gioventù a Perugia ed era allora maggiordomo del Sacro Palazzo, fu chiamato a Roma e presentato a Paolo V Borghese, il quale con breve del 23 nov. 1606 lo nominò custode della Biblioteca Vaticana. Fu alloggiato nel Palazzo apostolico e incaricato dal pontefice della custodia dei documenti d’archivio, destinati sia all’Archivio di Castel Sant’Angelo sia al nuovo deposito, costruito allora vicino alla biblioteca di Sisto V (breve del 31 genn. 1612, pubblicato da G. Palmieri, Ad Vaticani Archivi Romanorum Pontificum regesta manuductio, Romae 1884, pp. XXVI‑XXVIII).

Latinista e grecista distinto, l’A. s’interessò anche di archeologia: e soleva accompagnare il Bosio nelle catacombe. Gli è stata attribuita (da Bonaventura van Overbeke) la storia del trasporto della colonna eretta, il 9 luglio 1614, da Paolo V sulla piazza di S. Maria Maggiore, insieme con l’iscrizione dedicatoria al pontefice, ma ciò sarebbe da confermare. Morì il 5 dic. 1614.

La sua produzione letteraria è poco abbondante, dispersa, e non è stata per ora né raccolta né ricercata. Le poche sue lettere sono pubblicate qua e là, nell’epistolario del Bonciari, del Muret, del poeta Giambattista Lauro, suo amico e corregionale, che egli fece venire a Roma, raccomandandolo al cardinale Acquaviva. Altre sue lettere, conservate nella Biblioteca comunale di Perugia, nella Biblioteca Vaticana, nell’Archivio Mediceo presso l’Archivio di Stato di Firenze, furono pubblicate in varie occasioni. Edite le lettere della Biblioteca comunale di Perugia: Dodici lettere inedite di B. A. letterato perugino del sec. XVI… per le nozze del dott. Alessandro conte Ansidei, Perugia 1859; sono indirizzate al Bonciari da Pisa e da Roma (26 dic. 1602‑10 dic. 1610). Edita anche una lettera del Bellarmino all’A. conservata nella Biblioteca Vaticana (v. I. Carini, Spicilegio Vaticano, I, Roma 1890, pp. 260‑262). Di una lettera dell’A. al Muret proveniente dal Collegio Romano dà notizia J. Ruysschaert, Codices Vaticani Latini 11414-11709, Città del Vaticano 1959, p. 360. Altre sue lettere già conservate al Collegio Romano sono riassunte dal Vermiglioli nell‘Elogio.

I Carmina e le Orationes che egli compose sono da ritrovare. Una poesia al giureconsulto perugino Giampaolo Lancellotti nel fondo Ottoboniano della Biblioteca Vaticana fu pubblicata in Per le nozze Ansidei Bandini, Memorie su B. A., Perugia 1880 (l’opuscolo è firmato da Eloigia, Alessandro e Vincenzo Ansidei, ma è quasi tutto estratto dalla Biografia del Vermiglioli). Sarebbe interessante rintracciare la Breve Storia degli Archivi papali di questo primo custode dell’Archivio Vaticano: essa difatti è contemporanea al primo inventano dell’Archivio Vaticano di Michele Lonigo d’Este.

Personalità di secondo piano e d’importanza locale, l’A. deve la sua notorietà soprattutto alla nomina alla Biblioteca Vaticana e alla cerchia dei letterati con i quali fu in rapporto.

FONTI E BIBL.: G. B. Vermiglioli pubblicò il primo Elogio dell’A. (Opuscoli, I, Perugia 1825, pp. 121‑143); v. anche dello stesso, Biografia degli scrittori perugini, I, Perugia 1828, pp. 47‑50. Sulla famiglia Ansidei: P. Ansidei, Gli Ansidei di Catrano, estr. dal Giorn. araldico‑genealogico, IV (1876), nn. 4 e 5. Altre notizie sull’A. in: G. Ermini, Storia dell’Università di Perugia, Bologna 1947, pp. 544 s.; G. B. Vermiglioli, Cenni storici sulle antiche biblioteche pubbliche di Perugia, sulla fondazione e vicende della biblioteca Podiani, Perugia 1843, p. 42; A. Fabroni, Historiae Academiae Pisanae, II, Pisis 1792, pp. 442 s.; C. Fedeli, Documenti e pagine di storia universitaria, 1427‑1800, Pisa 1912, p. 136, pubblica con data supposta (erronea) una lettera senza data indirizzata a Madama Cristina reggente per Cosimo II. Sulle sue funzioni di archivista: G. Marini, Memorie istoriche degli archivi della Santa Sede, a cura di A. Mai, Roma 1825, p. 31; P. Fabre, Notes sur les archives du Château Saint‑Ange, in Mélanges d’arch. et d’hist. de l’Ecole franç. de Rome, XIII (1893), p. 6 n. 4; sulle sue funzioni di bibliotecario: G. Mercati, Opere minori, V, Città del Vaticano 1941, sub voce; L. von Pastor, Storia dei Papi, XII, Roma 1930, p. 77, parla dell’A. come del primo archivista vaticano dando una data erronea di nomina. La sua firma come custode dell’Archivio di Castello nell’Indice dell’Archivio Vaticano n.o 19, fol. 36 (attuale) con la data 28 giugno 1614. Sulla sua attività a Roma e la sua nomina a custode dell’Archivio di Castello: J. A. F. Orbaan, Documenti sul barocco in Roma, in Miscell. d. Soc. romana di storia patria, VI (1920), pp. 285, 289, nota I. Sul trasporto della colonna di S. Maria Maggiore, nel 1614, cfr. B. van Overbeke, Degli avanzi dell’antica Roma, Opera postuma trad. da Paolo Rolli, Londra 1739, p. 217.
Epitafio pubblicato da V. Forcella, Iscrizioni delle Chiese di Roma, III, Roma 1874, p. 316, n. 884. Nota necrol. del Galletti (Vat. lat. 7875, f. 170 r), con data erronea.

J. BIGNAMI